Hotel The Pestilence (intervista inventata 3)

Stufi dei soliti albergatori e chef a “km 0” ed “ecosostenibili”, abbiamo intervistato un ostelliere con tante idee originali e controcorrente. Si chiama Egidio (detto “Edgie”) Contaminati ed è l’ideatore di un nuovo format di hotellerie, il The Pestilence
Si parla molto di bio-architettura e materiali naturali. Voi che filosofia avete seguito nella costruzione del vostro hotel?
Abbiamo seguito un’idea totalmente opposta, facendo uso esclusivamente di materiali tossici, provenienti soprattutto dai paesi dell’Est europeo.
Può essere più preciso?
Recuperiamo e ricicliamo pezzi di edilizia popolare sovietica in demolizione, Gulag, macerie di guerre balcaniche.
Si potrebbe definire un’operazione “vintage” dunque, una sorta di archeologia tossica
Certamente. Noi adoriamo il “contaminato come una volta”.
Parliamo dell’arredamento delle stanze. Vi siete anche voi ispirati ad un “decor minimalista”?
Ovviamente no, le nostre stanze sono piene di oggetti, i più disparati fra loro per epoca e stile, l’occhio non trova pace, la polvere si accumula dappertutto.
Le casse in cartone abbandonate nelle stanze fanno parte del progetto?
Proprio così. Avrà notato che alcune sono mezze aperte, con lo scotch strappato, impolverate, quello che vogliamo comunicare è il sentimento di precarietà di un uomo senza pace, che continua a traslocare, senza mai trovare il tempo di disfarle queste casse. Il nostro obiettivo era trasmettere al cliente questa stessa agitazione.
Per la zona wellness avete scelto materiali naturali?
Sì, abbiamo puntato sulla purezza dell’amianto grezzo.
Dicono che rilasci particelle dannose
É vero, ma lo fa molto lentamente, per questo ci definiamo “Slow-toxic”.
Ci dica del vostro ristorante, il “Buon Risveglio”
Il Buon Risveglio è il nostro fiore all’occhiello. È un ristorante “km 1000” totalmente eco-insostenibile, la maggior parte dei prodotti proviene dalla Cina, da allevamenti ad alta intensità. Abbiamo poi un menu ristretto con le specie in via di estinzione che ci mandano bracconieri di fiducia dai Parchi Nazionali. Gli ortaggi invece, rigorosamente OGM, arrivano dal nostro orto di terra all’uranio impoverito, curato da una cooperativa di razzisti sudafricani.
Cosa pensa dei vegani?
Ma chi, gli omini grigi delle astronavi?

(da Style Il Giornale, settembre 2013)


24.10.2014 / + +