I contributors

Una nuova specie di giornalista-mutante si aggira fra le pagine dei magazine: il contributor.
Confinati nei loro box in apposite pagine fra pubblicità di orologi e sciarpone in cashmere, i contributors, spietati come una gang di latinos, non risparmiano al lettore i particolari delle loro vite da romanzo: cresciuti fra cineprese, luci e set, con madri attrici, padri ambasciatori, nonni fotografi. Più avventuroso di Hemingway, più eccentrico di Tom Wolfe, il contributor dipinge la sua stessa vita con pennellate da maestro, sfumando sapientemente fra l’esclusività delle sue esperienze, dai lodge in Sudafrica ai resort alle Maldive, e il suo voler apparire “alla mano”, quasi simile a te. Ma con una marcia in più. Perchè oltre a vivere “fra Londra e New York” si dedica all’orto del casale di famiglia nelle Langhe, si prende cura del cane Leo e alleva tre figli (probabili contributors del futuro). Il vero contributor è ossessionato dai viaggi, ti spiega che non lo troverai allo stesso indirizzo “per più di due settimane”, che “si diverte a vivere nel mondo”, che “adora fare e disfare le valigie” anche perchè” è “sempre a caccia di personaggi intriganti” ama le “parentesi parigine” e i loft di Manhattan.
Il contributor ti regala perle di saggezza alla Paulo Cohelo: “per viaggiare servono solo scarpe comode e un paio di libri”, ti confessa che “si diverte a creare gioielli fatti a mano” e ti sferra il colpo finale con uno spudorato “ama pochissimo parlare di sè”.
Saranno loro i protagonisti del prossimo film di animazione della Pixar: Contributors contro Alieni.

(da Style Il Giornale, gennaio 2013)


24.10.2014 / + +