I furboni dello “street-food”

Una nuova grossa menata si profila all’orizzonte: lo street-food, l’ultima frontiera del “cibo parlato”. Celebrato in tv dai nuovi format-chef tatuati ecco il nutrimento obbligatorio per il vero maschio, la Dieta Dunkan del tamarro in canottiera. Ed ecco gli ambulanti, divinizzati dai media come santini nella processione di paese, che subito salgono in cattedra, immediatamente si fanno più altezzosi degli chef stellati, più severi di mille Cracco, più sgrammaticati (ma meno divertenti) di Joe “mihaidiluso” Bastianich, ti fanno cadere dall’alto ‘sto panino con la “meusa” che neanche Heinz Beck alla Pergola Hilton se la tira così tanto.
E poi c’è tutto il rigido cerimoniale che circonda lo street-food, il ferreo bon-ton della strada: ti devi sbrodolare, mangiare con le mani, ungerti, mostrare di avere sempre fame, ordinarne ancora, alzare gli occhi al cielo mentre mangi, dare dei morsi enormi con la testa piegata di lato, intervallare grosse sorsate di birra alla bottiglia. Perchè l’ambulante del food non ti vende semplicemente un panino ma un’intera idea di mondo. Insieme al cibo ti arrotola nella carta giallina da focaccia il suo stile di vita, la sua idea di virilità, la vecchia e menosa canzone della “scuola della strada”, e mentre rigira il mestolone della retorica finge di essere umile ma si sente più figo di Brad Pitt in “The Snatch”. Occhiuto, implacabile, saputello come Massimo Cacciari, fanatico come un vegano, ti controlla se segui questo suo galateo.
E allora per lo stesso principio per cui in un locale iper-formale ti verrebbe voglia di mangiare con le mani qui sei tentato di chiedergli le posate, ti balena l’idea di spingere sull’acceleratore della leziosità, magari domandandogli “la forchettina quella piccola” o “il cucchiaino da the”, se non un “piccolo asciugamanino tiepido”, “inumidito con essenza di cedro”, per “nettare le labbra”.
Presentato in tv, il cibo da strada, con le sue assurde e inflessibili regole, è più che altro grasso che cola.
Un grasso patinato, fighetto, Istagram.

(da Style Il Giornale, agosto 2013)


24.10.2014 / + +