I tipi pane e salame

In giro è pieno di gente a cui piace definirsi “un tipo pane e salame”. A Milano molti di questi tipi li vedi in coda all’Hollywood, smaniosi di entrare al privè, ordinare Champagne e parlare di griffe con le escort. Però si definiscono “pane e salame”, allora ok.
Se tu sei uno “pane e salame” vuol dire che sei alla mano, cioè che non stai lì a usare troppi congiuntivi. Non stai lì a fare l’educatino, a essere discreto. No. Spandi, esibisci, offri Champagne, corri in bagno per la polvere bianca, fai balenare carte di credito, vanti conoscenze altolocate: però sei pane e salame. Ah beh. Come mai non esite nessuno che per far capire che è alla mano si presenta con un bel “ciao, io sono un tipo camicia-di-due-stagioni-fa e conto-in-rosso”?. Oppure “eilà, non formalizzarti tanto io sono un tipo fiat-regata e Idroscalo”. Perchè nessuno si definsce “duna e kebab” o “dacia e discount”? Invece è pieno di gente “pane e salame” in giro in Audi, e ragazze alla mano che scendono da Porsche Cayenne.
Non si vede nessuno con la voglia di volare alto, qualcuno che abbia l’eccentrica impudenza di definirsi un tipo “Joselito e Sankt Moritz” o “Bugatti e Beluga”. Io lo vorrei subito come amico un “Bugatti e Beluga”.
Perchè, anche umanamente, cos’ha da dirmi un tipo “pane e salame”? Lo so già cosa mi vuol dire, che Gattuso è un campione, che nei ristoranti di alta cucina le porzioni sono piccole, che l’euro ha fatto raddoppiare i prezzi, che in corso Como c’è un sacco di gnocca.
Il tipo “pane e salame non ha mai niente di nuovo da dire.
E invece: quale meraviglioso mondo si dispiega dietro un tipo Bugatti e Beluga? Qual’è l’affascinante origine delle sue fortune?
Quale mentalità e percorso l’hanno portato ad essere un “Bugatti e Beluga” in un mondo di pane e salame?

(da Chef, ottobre 2011)


24.10.2014 / + + +