Suv-Burger l’invasione degli hamburger giganti
Sbarcato in San Babila a inizio anni Ottanta fra bomber blu, Zündapp e berrettini a righe di De Carolis, tramontato negli anni Novanta quando Naomi, Linda e Marpessa giravano a piede libero per Milano e i paninari erano diventati “driver”, l’hamburger è tornato in campo. E non è più l’appiattito hamburgher bruciacchiato e rinsecchito delle origini ma un nuovo e poderoso hamburger tridimensionale, botulinizzato, cosmetico, seducente. È un hamburger pazzesco che sembra progettato da un designer, realizzato da un chirurgo estetico e venduto da un art director in fast food simili a showroom. E divorato da paninari quarantenni leggermente imbolsiti e in camicia bianca tutto l’anno. Educatamente “al sangue”, un sangue patinato, cinematografico, alla C.S.I. Invadente e sovradimensionato come un Suv.
Cafoncello ma anche un po’ fighetto, sempre attento a presentarsi con carne di Fassona, la più snob delle razze bovine, piemontese, sabauda, quasi aristocratica, la top model delle mucche, la Carla Bruni degli alpeggi.
l nuovo potentissimo hamburger Hulk-Burger, è la risposta maschia e sanguinolenta al sushi da modellina glamour. E stronca sul nascere la nuova mania del gnocco fritto, con contorno di Berkel rossa, culatello e lambrusco. Non so se sia più buono dei vecchi Big Mac.
Quel che è certo è che gli anni Ottanta erano decisamente meglio degli attuali: più Cash e meno Suv.
(da Style Il Giornale, aprile 2012)